Monumenti

Palazzo Branciforti
Iniziato nel 1610 sotto la direzione di tre capomastri ennesi, Gianguzzo, Inglese e Calì, la sua costruzione si protrasse per mezzo secolo. Si presenta con una mole inconsueta e stupefacente per un centro agricolo di nuova fondazione. Ha pianta quasi quadrata e tre elevazioni, è dotato di ampio cortile e presenta alti bastioni sul fronte meridionale che si affaccia sul vecchio borgo. Acquistato nell’Ottocento dai Conti Li Destri ha subìto manomissioni sia all’interno che nei prospetti, mentre un crollo negli anni Cinquanta ha irrimediabilmente cancellato l’ala est, oggi parzialmente ricostruita. Il manieristico portale bugnato è simile a quello del palazzo che il Principe possedeva a Palermo, oggi sede della Fondazione Lauro Chiazzese.
 

La scuderia
Unico esempio in Sicilia di edificio destinato all’allevamento equestre di così grandi dimensioni (m.16.5 x 84) presentava una tipologia basilicale a tre “navate” con una teoria di quattordici arcate per lato sostenute da pilastri. La monumentale scuderia testimonia la grande passione per i cavalli coltivata dal Principe il quale riuscì a creare, mediante incroci tra razze italiche e germaniche, una sua razza di cui andava fiero. Costruita nel 1640 poteva contenere oltre cento cavalli e la facciata, che funge da fondale prospettico alla vasta piazza Branciforti, presenta un grande portale bugnato, simile a quello del palazzo, sovrastato da un’edicola contenente l’unica effigie pervenutaci del Principe. L’intaglio delle naturalistiche spirali in pietra è opera di G. Gallina da Enna.
 

La Granfonte
Monumentale abbeveratoio costruito dal 1649 al 1652 è noto localmente come «Vintiquattru cannola», per via delle ventiquattro cannelle bronzee da cui fuoriesce ininterrottamente la copiosa acqua che si versa nella vasca sottostante. Un cronista del Settecento scrive che la Granfonte è stata esemplata su una fontana di Amsterdam, più verosimilmente l’opera, attribuibile al noto architetto palermitano M. Smiriglio, si rifà alle numerose incisioni di artisti fiamminghi allora molto diffuse nell’Isola.
 

Il Giardino Grande
Di questo incantevole giardino ricco di fontane, giochi d’acqua e percorsi tra boschetti di merangoli e piante rare, rimangono purtroppo le testimonianze documentarie ed alcune pregevoli tracce. Oggi è visibile una delle due porte d’ingresso sul cui architrave sta inciso CHRYSEIS VNDIS SICVLA TEMPE ovvero “dalle onde del fiume Crisa una Tempe sicula” alludendo alla valle, sacra ad Apollo, celebrata dai Greci per le sue bellezze. Sono scomparse la fontana Ovata circondata da sedili in pietra, quella dello Specchio delimitata da una balaustra, quella del Salto grande ed anche una grotta artificiale con all’interno un puttino di marmo, la fontana del Nettuno e quella del Padiglione circondata da comodi sedili.
 

La Fontana delle Ninfe
Costruita nel 1636 nell’antica piazza Sottana costituisce la prima monumentale fontana di Leonforte e celebra con la sua architettura, ispirata alle fontane romane del Mosè (1587) e dell’Acqua Paola al Gianicolo (1610), il vecchio fonte di Tavi che alimentava, secondo il Fazello, i fiumi Chrysa e Teria. La fontana rappresenta un arco trionfale che sormonta una roccia artificiale da cui sgorga l’acqua che, passando dalla bocca di un leone, andava a versarsi dentro un vasca poligonale rivestita con piastrelle maiolicate. Due pregevoli statue marmoree, provenienti da Palermo, impreziosivano le nicchie laterali mentre un pellicano, simbolo eucaristico, sovrastava la grande lapide apposta nel secondo ordine della fontana.
 

Piazza Margherita
Voluta dal primo principe per avere sempre vivo il ricordo dei Quattro Canti palermitani che egli stesso aveva inaugurato nel 1625, allorché era pretore della città, costituiva la piazza del mercato poiché in essa si affacciavano ben 16 botteghe, quattro per lato. Nel 1741 Ercole Branciforti, 4° principe di Leonforte; commissiona allo scultore palermitano F. La Marca l’abbellimento della Piazza Rotonda, così veniva chiamata, secondo il disegno redatto da M. Blasco, noto ingegnere militare. Ogni quarto di cerchio prevedeva la presenza di una fontana, di balconi e di uno scudo blasonato dei Branciforti. Al centro della piazza vi era, fino all’Ottocento, una fontana.
 

Villa Bonsignore
Edificata nella seconda metà dell’Ottocento dai Conti Li Destri, costituiva la residenza estiva della nobile famiglia. Recentemente restaurata, al suo interno saranno ospitate attività culturali. Molto interessante era il grande giardino all’italiana di cui rimane una piccola parte.

Ultimo aggiornamento

8 Ottobre 2015, 13:22