“Artara” di San Giuseppe

Dal pomeriggio del 18 e per tutta la notte, si “giranu l’artara” ovvero si visitano le tavolate votive riccamente imbandite con pane tipicamente lavorato, primizie stagionali e dolci.
Ai visitatori vengono offerti “carduna”, “sfingi”, vino, fave, e “pupidda” e vengono recitate “raziuneddi”: preghiere dialettali che narrano la vita di Gesù.
Le tavolate, pur avendo perduto l’antico scopo che era quello di sfamare i poveri alleviando in parte angustie ed indigenze di carattere economico, conservano ancora una grande valenza sociale poiché ripropongono in maniera immediata ed efficace nuovi e più aperti rapporti sociali. Infatti, tutto il quartiere dove abita la famiglia che assolve al voto si mobilita a dare una mano nell’approntamento dell’altare, superando in tal modo dissapori e piccole controversie che facilmente insorgono nella quotidiana vita di relazione.
Da grande manifestazione popolare a carattere folklorico – religioso si trasforma il 19 in un’altrettanta grande manifestazione di popolo a carattere eminentemente religioso. Il Santo viene portato solennemente in processione accompagnato da migliaia di fedeli: alcuni scalzi, moltissimi con in mano le “torce”, grandi ceri votivi mostrati per una promessa o per grazia ricevuta.

Ultimo aggiornamento

24 Marzo 2017, 13:30