Chiese

La Chiesa Madre. Intitolata a S. Giovanni Battista, fu edificata con molta lentezza ed alla morte del principe (1661) risultava ancora incompleta, dovendosi finire la navata maggiore, le due laterali e la facciata, che era giunta solo al primo ordine. I lavori furono ripresi nel 1728; nel 1740 Ercole Branciforti, 4° principe di Leonforte, commissionò ai fratelli Pietro e Paolo D’Urso di Acicatena il completamento dell’edificio nelle forme che oggi ammiriamo. Furono innalzati il coro, il transetto e la navata maggiore e l’interno fu rifinito in stucco secondo l’ordine composito, comprese le due Cappelle del SS. Crocifisso e di S. Giovanni nelle testate del transetto. All’interno sono custoditi pregevoli dipinti e sculture del XVII e XVIII secolo, un organo di Donato Del Piano, il fercolo della Patrona e rari paramenti sacri in seta e oro.

Cartoline d'epoca
Interno Chiesa Madre

La Chiesa dei Cappuccini

Mausoleo dei Branciforti, custodisce un’interessante cappella decorata da un prezioso portale d’alabastro cutugnino, scolpito da G. Gallina nel 1647, che fa da cornice al sarcofago della principessa Caterina Branciforti morta nel 1634 a soli 42 anni. L’elegante tumulo in marmo di Portovenere fu commissionato dal marito nel 1635 allo scultorelombardo G.G. Cirasolo, allora operante a Palermo, su modello di quello del principe di Trabia, suo avo materno, custodito nella chiesa di S. Zita a Palermo.

La tela del Novelli. L’elezione di Mattia all’apostolato, risalta sull’altare maggiore della Chiesa dei Cappuccini, contornata da una pregevole cornice intagliata, è unanimemente attribuita a Pietro Novelli e può definirsi il suo capolavoro in assoluto, «al tempo stesso realistico, visionario e decorativo» come ha scritto nel 1967 il critico statunitense A. Moir. Databile intorno al 1640 può leggersi anche come una rappresentazione apologetica della famiglia Branciforti il cui stemma risalta sul pilastrino in primo piano. Notevoli gli influssi chiaroscurali e realistici del Caravaggio.

Chiesa di S. Antonino

Edificata nel 1646 come cappella privata, era messa in comunicazione con il palazzo mediante un collegamento sopraelevato, demolito per far posto all’attuale edificio scolastico. All’interno presentava due inconsueti balconi laterali trasformati in altari durante la ristrutturazione seguita all’incendio del 1881. Pregevole la facciata con ricco portale sovrastato da una preziosa edicola contenente una lapide marmorea. Nella nicchia incastonata al centro dell’architrave del timpano è collocata una statuetta in alabastro del Santo padovano, opera dello scultore ennese G. Gallina. Lo slanciato campanile è concluso da un’elegante guglia a fasce di maiolica policroma proveniente dalla bottega calatina di S. Branciforti.

Chiesa di S. Giuseppe

Edificata nel 1747 a spese del Sac. T. Crimì sul luogo dove sorgeva l’antico convento dei Cappuccini, presenta una facciata riccamente decorata; l’interno ad aula è arricchito dagli affreschi del Borremans e del pittore ennese V. Scillia. Recentemente è stata resa fruibile l’interessante cripta con ossario.

Chiesa della Carità

Attigua all’attuale Collegio di Maria fu costruita intorno al 1660 ed abbellita di stucchi eseguiti da P. D’Urso nel 1756. All’altare maggiore si ammira una grande tela con ricca cornice raffigurante S. Gioacchino che insegna a leggere a Maria Vergine, attribuibile a G. Serenario.

Chiesa della Mercede

Eretta alla fine del ‘600 per devozione dei fratelli Gussio fu completata e decorata con stucchi nel 1754. All’interno si trova una scultura lignea del XVIII secolo raffigurante S. Michele Arcangelo attribuita allo scultore nicosiano S. Li Volsi.

Chiesa di Santo Stefano

Eretta per volere di G. B. Falciglia nel 1657 sul luogo dove già sorgeva una chiesetta del periodo normanno, nel 1754, per volontà del Sac. G. B. Lambusta, fu ricostruita sotto la direzione del capomastro C. Saitta nelle forme attuali. L’interno a pianta ottagonale, decorato con stucchi da P. D’Urso nel 1758, custodisce in una cappella il sarcofago del primo fondatore, un pregevole organo ed una tela all’altare maggiore, di autore ignoto, raffigurante le Anime del Purgatorio.

Chiesa del Carmelo

Già esistente nella baronia di Tavi fu ingrandita e restaurata nel 1661 da Nicolò Placido Branciforti. Nel 1785 fu ricostruita nelle forme che oggi ammiriamo dai Padri del Terzo Ordine di S. Francesco e l’interno fu completato solo nel 1899 per volontà del Sac. F. Scelfo. L’attiguo Convento rimase in uso fino al 1857 finché non andò in rovina. All’interno, protetta da una piccola grata metallica, è conservata una pietra che secondo la tradizione fu depositata da un untore nella acquasantiera per diffondere il contagio della peste. Ma un miracolo della Madonna del Carmelo impedì il contagio e così Leonforte fu salvata dal terribile flagello.

Chiesa di Santa Croce

La chiesa posta in posizione dominante sull’abitato, su un’altura del monte Cernigliere, era già esistente nel 1727, quando fu donata all’omonima Confraternita. Rimaneggiata nel 1776, fu coperta con una volta adorna di stucchi. Restaurata in seguito al crollo della volta, fu nuovamente restituita al culto nel 1885. Pregevole è il portale d’ingresso, dotato di due eleganti colonne tortili.

Chiesa della Annunziata

L’edificazione della chiesa iniziò intorno ai primi anni del Settecento per iniziativa dei coniugi Leggio-Vitale e nel 1758, il Sac. N. Fiorenza fece ricostruire l’abside. Passata ai Padri del Terzo Ordine di S. Francesco, dopo il 1815 fu ingrandita secondo le proporzioni attuali. La facciata fu abbellita nel 1891 e vi fu posto l’orologio al centro del timpano di coronamento.

Testi: Arch. Gaetano Brex – Traduzioni: Dott. Salvo Guliti

Ultimo aggiornamento

7 Luglio 2021, 10:54