Chiesa dei Padri Cappuccini

Chiesa dei Padri Cappuccini

Ubicazione: Piazza Cappuccini
Anno di costruzione: 1630

Notizie storiche

Attigua al convento, di stile altrettanto rustico, fu costruita probabilmente ad opera degli stessi frati. Il principe N. Placido Branciforti la scelse come cappella funeraria di famiglia. E’ considerata il sacrario della memoria storica e della identità culturale di Leonforte. Infatti ai piedi dell’altare maggiore si trova la tomba del principe N. Placido Branciforti, con lapide in bronzo, ove è indicata la data della sua morte avvenuta il 16 settembre 1661. Nella cripta, che oggi è possibile visitare, sono sepolti Giuseppe Branciforti secondo, principe di Leonforte, la moglie Caterina e i figli Melchiorre e Baldassarre. Nella navata laterale si trova il sarcofago, in marmo nero di Lidia, della Principessa Caterina, moglie di N. Placido Branciforti, morta nel 1634 a soli 42 anni di età.
Erano patrimonio di questa chiesa un trittico in legno, attribuito al Beato Angelico, raffigurante il “Giudizio Universale”, e un quadretto ad olio rappresentante “La fuga in Egitto” di Raffaello, dono di nozze del Papa Urbano VIII alla nipote Caterina Branciforti. Questi quadri, lasciati alla chiesa dai Branciforti, furono prelevati dalla famiglia Li Destri che si avvalse del patrimonio laicale, acquistato con ratto di compravendita del 1852. Un altro pregevole dipinto ad olio raffigurante “La Sacra Famiglia” è stato trafugato da ignoti negli anni ’70.

Descrizione

La facciata della chiesa si presenta rustica con cantonali e porta in pietra squadrata. In alto è situata un’alzata che fa da campanile, in sostituzione di quello originario andato distrutto. L’interno si presenta a due navate divise da arcate, con cappella laterale e altare maggiore in legno intarsiato.

Più volte restaurata ed abbellita in epoche diverse, (1784 – 1890 – 1910), è durante gli anni compresi tra il 1960 – 1970 che la chiesa è stata trasformata al suo interno ed è diventata come la vediamo oggi ovvero con la sovrapposizione del campanile, il restauro della cappella laterale e della cripta. Quasi tutto è stato rimaneggiato e rimodernato per volontà dei vari priori che hanno tentato, anche se con esiti non sempre felici, di sottrarre la chiesa all’inclemenza del tempo e dei ladri.

Da vedere

  •  Altare maggiore con custodia in legno intarsiato di madreperla, avorio e tartaruga, riproducente, in piccolo, il prospetto di una cattedrale barocca eseguita da frate Angelo di Mazzarino.
  • Quadro del pittore monrealese Pietro Novelli (scuola caravaggesca) raffigurante “L’Elezione di S. Mattia ad apostolo” realizzato in data anteriore al 1632.
  • Tomba di N. Placido Branciforti, protetta da una lastra di vetro ornata da un bordo di rame che riporta lo stemma della famiglia.
  • Due statue di S. Francesco e S. Giuseppe attribuite alla scuola del Gagini.
  • Mobile della sacrestia per paramenti datato 1759, intarsiato con riquadro dipinto a smalto su metallo raffigurante l’immagine dell’ Addolorata.
  • Portale in pietra scolpito a bassorilievo nella navata laterale con stemma gentilizio dei Branciforti, datato 1647.
  • Crocifisso in legno attribuito a padre Umile di Petralia.
  • Tela ad olio raffigurante la “Vergine col bambino e S. Lorenzo da Brindisi”
  • Ostensorio in argento, dono del principe Branciforti.
  • Via Crucis ad olio su tela databile intorno al 1740, offerta alla chiesa dalla devozione di una tale Serafina Stasuzzi.
  • Cappella sotterranea di Giuseppe, secondo Principe Branciforti, della moglie e dei figli, alla quale si accede per una scala a chiocciola in ferro battuto

Ultimo aggiornamento

25 Agosto 2020, 11:51